SERVIZIO PER GLI INTERVENTI CARITATIVI PER LO SVILUPPO DEI POPOLI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ricostruire il Nepal a due anni dal terremoto

Grazie ai fondi dell'8xmille erogati per tramite della Caritas Nepalese è stato possibile dare il via alla ricostruzione di unità abitative, supportare la ripresa delle coltivazioni e avviare un programma sull'uso corretto dell'acqua.
16 Maggio 2017

A due anni dal disastroso terremoto che nel 2015 colpì il Nepal distruggendo 600mila case e causando migliaia di morti e di sfollati, sono stati restituiti i primi report relativi alla ricostruzione finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana grazie ai fondi dell’8 per mille, erogati per tramite della Caritas nepalese.

I fondi stanziati (3 milioni di euro in due tranche da un milione e mezzo) sono stati destinati a sostenere il Nepal Earthquake Recovery Program (NERP), un progetto da 24 milioni di euro in tutto, che ha individuato obiettivi strategici di intervento relativi alle necessità abitative, alla sicurezza sanitaria, alla ricerca di mezzi di sussistenza, al supporto psicosociale. A

Alla Caritas nepalese sono stati affidati tre distretti (Kavrepalanchok, Sindhupalchok, Dolkha), tutti classificati al più alto livello di gravità (“severely hit”) per un totale di quasi 900mila abitanti. A questi si aggiunge il distretto di Sindhuli – 279.821 abitanti – per alcuni ambiti (“crisis hit”).

La prima tranche di 1,5 milioni di euro dei fondi CEI è stata utilizzata su tre fronti principali:

– Costruire casette antisismiche: ad oggi sono stati completati 575 unità abitative e ne sono state iniziate altre 1281, pari al 38,4% delle 4825 pianificate in totale. La previsione è di completare mediamente 200 case al mese (600 in ogni trimestre), così da concludere il progetto nel primo trimestre del 2019.

– Avviare un programma educativo sull’uso corretto dell’acqua e sulle più elementari modalità igieniche, costruendo tubature e tank di deposito.

– Supportare la ripresa della coltivazioni: sono state fornite sementi, concime, alberelli da frutto, utensili ed equipaggiamento per la coltivazione, “plastic tunnel” antiparassiti. Collateralmente si è intervenuti sulla manutenzione delle strade, per mantenere operativi i fossati di scolo ed evitare che esse vengano dilavate dalle acque piovane. Grazie a questi interventi è stato possibile coltivare campi di pomodori e altri ortaggi.